«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gv 8,12

«Yo soy la luz del mundo. El que me sigue no andará en tinieblas, sino que tendrá la luz de la Vida». Jn 8,12

L'inferno esiste- El infierno existe y es eterno

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giovedì 21 gennaio 2016

Tutto è vanità, fuorché amare Iddio e servire a Lui solo - Todo es vanidad, fuera de amar a Dios






Capitolo XXIV
IL GIUDIZIO DIVINO E LA PUNIZIONE DEI PECCATI

(Dal libro "L'imitazione di Cristo" , Tommaso da Kempis, Libro I)

  1. In ogni cosa tieni l'occhio fisso al termine finale; tieni l'occhio, cioè, a come comparirai dinanzi al giudice supremo; al giudice che vede tutto, non si lascia placare con doni, non accetta scuse; e giudica secondo giustizia (cfr. Is 11,4). Oh!, sciagurato e stolto peccatore, come potrai rispondere a Dio, il quale conosce tutto il male che hai fatto; tu che tremi talvolta alla vista del solo volto adirato di un uomo? Perché non pensi a quel che avverrà di te nel giorno del giudizio, quando nessuno potrà essere scagionato e difeso da altri, e ciascuno costituirà per se stesso un peso anche troppo grave? E' adesso che la tua fatica è producente; è adesso che il tuo pianto e il tuo sospiro possono piacere a Dio ed essere esauditi; è adesso che il tuo dolore può ripagare il male compiuto e renderti puro.

  2. Un grave e salutare purgatorio l'ha colui che sa sopportare. Questi, ricevendo ingiustizie, si dispiace della cattiveria altrui, più che del male patito; è pronto a pregare per quelli che lo contrastano e perdona di cuore le loro colpe; non esita a chiedere perdono agli altri; è più incline ad aver compassione che ad adirarsi; fa violenza sovente a se stesso e si sforza di sottoporre interamente la carne allo spirito. Stroncare ora i vizi e purgarsi ora dai peccati è miglior cosa che lasciarli da purgare in futuro. Invero noi facciamo inganno a noi stessi amando le cose carnali, contro l'ordine stabilito da Dio. Che altro divorerà, quel fuoco, se non i tuoi peccati? Perciò, quanto più indulgi a te stesso quaggiù, seguendo la carne, tanto più duramente pagherai poi, preparando fin d'ora materiale più abbondante per quelle fiamme. Ciascuno sarà più gravemente punito in ciò in cui ebbe a peccare. Colà i pigri saranno incalzati da pungoli infuocati; e i golosi saranno tormentati da grande sete e fame. Colà sui lussuriosi e sugli amanti dei piaceri saranno versati in abbondanza pece ardente e zolfo fetido; e gli invidiosi, per il grande dolore, daranno in ululati, quali cani rabbiosi. Non ci sarà vizio che non abbia il suo speciale tormento. Colà i superbi saranno pieni di ogni smarrimento; e gli avari saranno oppressi da gravissima miseria. Un'ora trascorsa colà, nella pena, sarà più grave di cento anni passati qui in durissima penitenza. Nessuna tregua, colà, nessun conforto per i dannati; mentre quaggiù talora ci si stacca dalla fatica e si gode del sollievo degli amici.

  3. Devi darti da fare adesso, e piangere i tuoi peccati, per poter essere senza pensiero nel giorno del giudizio. In quel giorno, infatti, i giusti staranno in piena tranquillità in faccia a coloro che li oppressero (Sap 5,1) e li calpesteranno. Starà come giudice colui che ora si sottomette umilmente al giudizio degli uomini. In quel giorno, grande speranza avranno il povero e l'umile, e sarà pieno di paura il superbo; apparirà che è stato saggio in questo mondo colui che ha saputo essere stolto e disprezzato per amore di Cristo. In quel giorno sarà cara ogni tribolazione che sia stata sofferta pazientemente, e "ogni iniquità chiuderà la sua bocca" (Sal 106,42); l'uomo pio sarà nella gioia, mentre sarà nel dolore chi è vissuto senza fede. In quel giorno il corpo tribolato godrà più che se fosse stato nutrito di delizie; risplenderà la veste grossolana e quella fine sarà oscurata; una miserabile dimora sarà più ammirata che un palazzo dorato. In quel giorno una pazienza che non sia venuta mai meno, gioverà più che tutta la potenza della terra; la schietta obbedienza sarà glorificata più che tutta l'astuzia del mondo. In quel giorno la pura e retta coscienza darà più gioia che la erudita dottrina; il disprezzo delle ricchezze varrà di più che i tesori di tutti gli uomini. In quel giorno avrai maggior gioia da una fervente preghiera che da un pranzo prelibato; trarrai più gioia dal silenzio che avrai mantenuto, che da un lungo parlare. In quel giorno le opere buone varranno di più che le molte parole; una vita rigorosa è una dura penitenza ti saranno più care di ogni piacere di questa terra.
  4. Impara a patire un poco adesso, affinché allora tu possa essere liberato da patimenti maggiori. Prova te stesso prima, quaggiù, per sapere di che cosa sarai capace allora. Se adesso sai così poco patire, come potrai sopportare i tormenti eterni? Se adesso un piccolo patimento ti rende così incapace di sopportazione, come ti renderà la Geenna? Ecco, in verità, non le puoi avere tutte e due, queste gioie: godere in questa vita e poi regnare con Cristo. Che ti gioverebbe, se, fino ad oggi, tu fossi sempre vissuto tra gli onori e i piaceri, e ora ti accadesse di morire improvvisamente? Tutto, dunque, è vanità, fuorché amare Iddio e servire a Lui solo. E perciò, colui che ama Dio con tutto il suo cuore non ha paura né della morte, né della condanna, né del giudizio, né dell'inferno. Un amore perfetto porta con tutta sicurezza a Dio; chi invece continua ad amare il peccato ha paura e - ciò non fa meraviglia - della morte e del giudizio. Se poi non hai ancora amore bastante per star lontano dal male, è bene che almeno la paura dell'inferno ti trattenga; in effetti, chi non tiene nel giusto conto il timore di Dio non riuscirà a mantenersi a lungo nella via del bene, ma cadrà ben presto nei lacci del diavolo.

    Nota: Chiedo scusa perché non ho avuto tempo di passare a salutarvi nei vostri blog. Un abbraccio. Mirta
Capítulo 24

Del juicio y penas de los pecadores



(Del Libro "La imitación de Cristo" de Tomás de Kempis. Libro I).

1. Mira el fin de todas las cosas y de qué suerte estarás delante de aquel Juez justísimo, al cual no hay cosa encubierta, ni se amansa con dádivas, ni admite excusas, sino que juzgará justísimamente.
¡Oh ignorante y miserable pecador! ¿Qué responderás a Dios, que sabe todas tus maldades, tú que temes a veces el rostro de un hombre airado?
¿Por qué no te previenes para el día del Juicio, cuando no habrá quien defienda ni ruegue por otro, sino que cada uno tendrá bastante que hacer por sí?
Ahora tu trabajo es fructuoso, tu llanto aceptable, tus gemidos se oyen, tu dolor es satisfactorio y purificador.

2. Aquí tiene grande y saludable purgatorio el hombre sufrido que, recibiendo injurias, se duele más de la malicia del injuriador que de su propia ofensa; que ruega a Dios voluntariamente por sus contrarios y de corazón perdona los agravios; que no se detiene en pedir perdón a cualquiera; que más fácilmente tiene misericordia que se indigna; que se hace fuerza muchas veces y procura sujetar del todo su carne al espíritu.
Mejor es purgar ahora los pecados y cortar los vicios que dejar el purgarlos para lo venidero.
Por cierto nos engañamos a nosotros mismos por el amor desordenado que tenemos a la carne.

3. ¿En qué otra cosa se cebará aquel fuego sino en tus pecados?
Cuanto más te perdonas ahora a ti mismo y sigues a la carne, tanto más gravemente serás después atormentado, pues guardas mayor materia para quemarte.
En lo mismo que peca el hombre sería más gravemente castigado.
Allí los perezosos serán punzados con los aguijones ardientes, y los golosos serán atormentados con gravísima hambre y sed.
Allí los lujuriosos y amadores de deleites serán rociados con ardiente pez y hediondo azufre, y los envidiosos aullarán de dolor, como rabiosos perros.

4. No hay vicio que no tenga su propio tormento.
Allí los soberbios estarán llenos de confusión, y los avarientos serán oprimidos con miserable necesidad.
Allí será más grave pasar una hora de pena que aquí cien años de amarguísima penitencia.
Allí no hay sosiego ni consuelo alguno para los condenados; mas aquí cesan algunas veces los trabajos y se goza del consuelo de los amigos.
Ten ahora cuidado y dolor de tus pecados, para que en el día del Juicio estés seguro con los bienaventurados.

5. Pues entonces "estarán los justos con gran constancia contra los que les angustiaron y persiguieron" (Sab 5,1).
Entonces estará para juzgar el que aquí se sujetó humildemente al juicio de los hombres.
Entonces tendrá mucha confianza el pobre y humilde; mas el soberbio, por todos los lados se estremecerá.
Entonces se verá que el verdadero sabio en este mundo fue aquel que aprendió a ser necio y menospreciado por Cristo.
Entonces agradará toda tribulación sufrida con paciencia, "y toda maldad no despegará los labios" (Sal 106,42).
Entonces se alegrarán todos los devotos y se entristecerán todos los disolutos.
Entonces se alegrará más la carne afligida que la que siempre vivió en deleites.
Entonces resplandecerá el vestido despreciado y parecerá vil el precioso.
Entonces será más alabada la pobre casilla que el palacio dorado.
Entonces ayudará más la constante paciencia que todo el poder del mundo.
Entonces será más ensalzada la simple obediencia que toda la sagacidad del siglo.
Entonces alegrará más la pura y buena conciencia que la docta filosofía.
Entonces se estimará más el desprecio de las riquezas que todo el tesoro de los ricos de la tierra.
Entonces te consolarás más de haber orado con devoción que de haber comido delicadamente.
Entonces te alegrarás más de haber guardado silencio que de haber conversado mucho.
Entonces valdrán más las obras santas que las palabras floridas.
Entonces agradará más la vida estrecha y la rigurosa penitencia que todos los deleites terrenos.

6. Aprende ahora a padecer en lo poco, para que entonces seas libre de lo muy grave.
Prueba aquí primero lo que podrás después.
Si ahora no puedes padecer levemente, ¿cómo podrás después sufrir los tormentos eternos?
Si una pequeña penalidad te hace tan impaciente, ¿qué hará entonces el infierno?
De verdad no puedes tener dos goces: deleitarte en este mundo y después reinar con Cristo.
Si hasta ahora hubieses vivido siempre en honores y deleites, y te llegase el instante de la muerte, ¿qué te aprovecharía todo lo pasado?
Todo, pues, es vanidad, sino amar a Dios y servirle a Él solo.
Porque quien ama a Dios de todo corazón, no teme la muerte, ni el tormento, ni el juicio, ni el infierno; pues el amor perfecto tiene segura entrada para Dios.
Mas quien todavía se deleita en pecar, no es maravilla que tema la muerte y el juicio.
Bueno es, no obstante, que si el amor aún no te desvía de lo malo, por lo menos el temor del infierno te refrene.
Pero el que pospone el temor de Dios, no puede durar mucho tiempo en el bien, sino que caerá muy pronto en los lazos del demonio.

Nota: Pido disculpas porque no he tenido tiempo de pasar a saludarlos en sus blogs. Un gran abrazo. Mirta

10 commenti:

  1. Ciao Mirta, grazie, un abbraccio!
    Carmen

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  2. Cara Mirta, e bello leggerti sempre.
    Ciao e buona serata cara amica.
    Tomaso

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  3. Trás leer tu entrada me acojo a la Misericordia de Dios aprovechando que es su año.Besicos

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  4. CIAO MIRTA SEI SEMPRE PIU' SPECIALE!!!!!! COMPLIMENTI E GRAZIE. MARIA ROSA

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  5. grazie per queste preziose parole! buon fine settimana cara, ti abbraccio lory

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  6. Ciao Mirta io credo che il comportamento umano dovrebbe arrivare ad essere questo perche' si pensa che sia giusto cosi' spontaneamente non per paura di una punizione! Questo dimostra che è difficile per l'uomo purtroppo fare il bene spontaneamente! Un bacio a presto!

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    Risposte
    1. Si certo cara Rita, in questo capitolo l'autore dice a un certo punto se non lo fai per amore, al meno fallo per evitare la punizione. Purtroppo la nostra natura caduta ci spinge in basso, se non stiamo attenti.

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  7. Ciao Mirta! Sei ricomparsa. Stai bene? Passa una buona settimana.

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    1. Cara Ambra grazie per il tuo interesse, si sto bene, solo con qualche problema per organizzare l'uso del mio tempo, molto presto passerò dai vostri blog. Un abbraccio forte forte!!

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Grazie per la visita.
Gracias por la visita.

Coroncina alla Divina Misericordia

Coroncina della Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska): “Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina” (Diario, 848). “Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla mia volontà”. (Diario, 1731). “Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell’ora della morte. ” Gesù ha raccomandato di recitare la coroncina a qualsiasi ora ma in particolare nell'ora della propria morte, ossia le 3 del pomeriggio, che Lui stesso ha chiamato un'ora di grande misericordia per il mondo intero. "In quell'ora dice Gesù non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione" (Diario, 687)..

Coronilla de la Divina Misericordia

Coronilla de la Divina Misericordia
(Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska)“Por el rezo de este Rosario, me complace dar todo lo que me pidan. Quien lo rece, alcanzará gran Misericordia en la hora de su muerte. Aunque sea un pecador empedernido, si reza este Rosario, aunque sea una sola vez, logrará la gracia de mi infinita Misericordia”.“Si se reza este Rosario delante de los moribundos, se calma la ira de Dios, y su insondable Misericordia se apodera de su alma. Cuando recen este Rosario al lado del moribundo, me pondré entre el Padre y el alma moribunda, no como justo Juez, sino como Redentor Misericordioso”.

"Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di farlo ogni giorno..."(Teresa di Calcutta)

Si estás buscando a Dios y no sabes como empezar, aprende a rezar, asume el compromiso de hacerlo cada día...(Teresa de Calcuta)

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