Cristo è la nostra luce.
Sant'Agostino Discorso 190 qua
1. 1. Il Signore
nostro Gesù, che era presso il Padre prima che nascesse da una madre, si
scelse non solo una vergine da cui nascere ma anche il giorno in cui
nascere. Anche gli uomini, benché soggetti ad errore, sogliono
scegliersi i giorni: uno per piantare nuovi alberi, un altro per
cominciare a costruire, un altro per intraprendere un viaggio, a volte
un altro anche per prendere moglie. Chi fa così lo fa per poter con
successo curare ciò che nasce dalla sua impresa. Ma nessuno può
scegliersi il giorno in cui nascere. Cristo, che è stato il creatore di
ambedue le cose - la madre e il giorno - le poté scegliere ambedue. Il
giorno però non l'ha scelto come lo scelgono coloro che scioccamente
fanno dipendere i destini dell'uomo dalla disposizione delle stelle.
Infatti Cristo non è divenuto felice per il giorno nel quale è nato; ma
ha fatto beato quel giorno nel quale si è degnato di nascere. Il giorno
della sua nascita infatti porta il mistero della sua luce. Dice infatti
l'Apostolo: È già notte inoltrata, il giorno si avvicina. Svestiamoci
dunque delle opere che si compiono nelle tenebre e indossiamo le armi
della luce. Camminiamo dignitosamente come in pieno giorno 1.
Riconosciamo il vero giorno e diventiamo giorno! Eravamo infatti notte
quando vivevamo senza la fede in Cristo. E poiché la mancanza della fede
aveva avvolto come una notte il mondo intero, aumentando la fede la
notte doveva diminuire. Perciò con il giorno del Natale del Signore
nostro Gesù la notte comincia a diminuire e il giorno a crescere.
Pertanto, fratelli, festeggiamo solennemente questo giorno, però non
come i pagani che lo festeggiano a motivo dell'astro solare; ma
festeggiamolo a motivo di colui che ha creato questo sole. Colui che è
Verbo è divenuto carne 2
per poter vivere, a nostro vantaggio, sotto questo sole: sotto questo
sole con il corpo, perché per la potenza è sopra l'universo intero,
all'interno del quale creò il sole. Ora però Cristo si trova anche con
il corpo al di sopra di questo sole, che viene adorato al posto di Dio
da coloro che, ciechi di mente, non riescono a vedere il vero sole di
giustizia.
Nella sua nascita Cristo onora l'uomo e la donna.
2. 2.
Celebriamo in questo giorno, cristiani, non la sua nascita divina ma
quella umana, con la quale si è fatto uguale a noi; perché per lui
divenuto da invisibile visibile, noi potessimo, partendo dalle realtà
visibili, giungere a quelle invisibili. Secondo la fede cattolica
dobbiamo credere che due sono le nascite del Signore: una divina,
l'altra umana; quella al di là del tempo, questa nel tempo. Però tutte e
due mirabili: la prima senza necessità di madre, questa senza concorso
di padre. Se non riusciamo a comprendere questa, come potremo parlare di
quella divina 3?
Chi potrebbe comprendere questa novità assolutamente straordinaria,
inusitata, unica al mondo, incredibile ma divenuta credibile e
incredibilmente creduta da tutti: che una vergine concepisse, una
vergine partorisse e nel partorire rimanesse vergine? Ciò che la ragione
umana non trova credibile l'accetta la fede; e dove vien meno la
ragione umana lì avanza la fede. Chi oserà dire che il Verbo di Dio, per
mezzo del quale sono state fatte tutte le cose 4,
non avrebbe potuto formarsi un corpo anche senza una madre, come ha
creato il primo uomo senza un padre e senza una madre? Ma poiché è lui
che ha creato ambedue i sessi, quello maschile e quello femminile, nel
nascere li volle onorare ambedue, perché è venuto per salvarli ambedue.
Ricordate certamente il racconto del peccato del primo uomo; il serpente
non osò rivolgersi all'uomo, ma per ingannarlo si servì della donna.
Passando attraverso la creatura più debole conquistò anche la più forte,
penetrando nel cuore della donna riportò vittoria su ambedue. Perciò,
affinché non facessimo ricadere sulla donna, come se fossimo mossi da
giusto sdegno, la nostra morte, e affinché non pensassimo che la donna
sia stata condannata senza possibilità di salvezza, il Signore, venendo a
cercare ciò che era perduto 5,
volle occuparsi, onorandoli, di ambedue i sessi, perché ambedue erano
perduti. Perciò in nessuno dei due sessi dobbiamo fare ingiuria al
Creatore: la natività del Signore è garanzia per ambedue a sperare nella
salvezza. Il sesso maschile è stato onorato nel corpo di Cristo, il
sesso femminile è stato onorato nella madre di Cristo. La grazia di Gesù
Cristo ha vinto l'astuzia del serpente.
El doble nacimiento del Señor
San Agustín Sermón 190 acá
1. 1. Nuestro Señor Jesucristo, que existía
junto al Padre antes de nacer de madre, no sólo eligió la virgen de la
que iba a nacer, sino también el día en que iba a hacerlo. A menudo los
hombres, sujetos a error, eligen las fechas, uno para plantar una viña,
otro para edificar, otro para irse de viaje y otro, a veces, hasta para
casarse. Quien así actúa lo hace para que llegue felizmente a término lo
que en esa fecha va a tener lugar. Pero nadie puede elegir el día de su
nacimiento. Él, en cambio, pudo elegir ambas cosas, porque hasta pudo
crearlas ambas. Y la elección del día no la hizo como los que de forma
vana hacen depender la suerte de los hombres de la ubicación de los
astros. No le hizo a él feliz el día en que nació; al contrario, fue él
quien hizo agraciado el día en que se dignó nacer. Pues el día de su
nacimiento encierra también el misterio de su luz. Así dice el Apóstol: La
noche ha pasado y ha llegado el día; arrojemos las obras de las
tinieblas y revistámonos de las armas de la luz y caminemos honestamente
como en pleno día1.
Reconozcamos al Día y seamos día. Éramos noche cuando vivíamos en la
infidelidad. Y como la infidelidad misma que, haciendo las veces de la
noche, había cubierto de tinieblas al mundo entero, al aumentar la fe
tenía que disminuir, comienzan a menguar las noches y a crecer los días
en el día preciso del nacimiento de nuestro Señor Jesucristo. Tengamos,
pues, hermanos, por solemne este día, no pensando en este sol, como los
infieles, sino en quien lo hizo. El que era la Palabra se hizo carne2
para poder estar bajo el sol en atención a nosotros. Así es: con su
carne, bajo el sol; con su majestad, por encima del mundo entero, dentro
del cual creó al sol. Ahora, sin embargo, también con su carne está por
encima de este sol, al que tienen por dios quienes, ciegos en su mente,
no ven al verdadero sol de justicia.
2. 2. Celebremos, por tanto, ¡oh cristianos!,
no el día de su nacimiento divino, sino del humano, es decir, el día en
que se amoldó a nosotros, para que, por mediación del invisible hecho
visible, pasemos de las cosas visibles a las invisibles. Conforme a la
fe católica, debemos reafirmar los dos nacimientos del Señor: uno divino
y otro humano; aquél fuera del tiempo, éste en el tiempo; ambos
asombrosos: el primero, sin madre; el segundo, sin padre. Si no llegamos
a comprender éste, ¿cuándo nos será posible referir aquél? ¿Quién podrá
comprender esta novedad nueva, insólita, única en el mundo, increíble,
pero hecha creíble, y de forma increíble creída en todo el mundo, a
saber, que una virgen concibiera y una virgen pariera y permaneciera
siendo virgen? Lo que la razón humana no comprende, lo capta la fe que
cobra vigor allí donde la razón humana desfallece. ¿Quién dirá que la
Palabra de Dios, por quien fueron hechas todas las cosas, no pudo
prepararse una carne incluso sin madre, de la misma manera que hizo el
primer hombre sin padre y sin madre? Mas como él mismo creó a uno y otro
sexo, el masculino y el femenino, quiso honrar hasta en su nacimiento
ambos sexos, por cuya liberación había venido. Conocéis, sin duda, la
caída del primer hombre: como no se atrevió a hablar al varón, la
serpiente se sirvió, para hacerlo caer, de la mujer. Por medio del sexo
más débil llegó al más fuerte, y, accediendo por uno, alcanzó el triunfo
sobre los dos. Por ello, para que, como por impulso de un justo dolor,
no hiciéramos recaer sobre la mujer nuestro horror a la muerte y no la
creyéramos condenada sin posibilidad de reparación, el Señor, viniendo a
buscar lo que había perecido, quiso recomendar, honrándolos, a ambos
sexos, porque ambos habían perecido. Así, pues, en ninguno de ellos
hemos de hacer injuria al creador: el nacimiento del Señor honró a uno y
otro para que esperasen la salvación. El honor del sexo masculino está
en la carne de Cristo; el del sexo femenino, en la madre de Cristo. La
gracia de Jesucristo venció la astucia de la serpiente.
Evviva è arrivato il Santo Natale che ci porta tanta pace e serenità!
RispondiEliminaTomaso
Al fin estamos en Navidad, ya ha nacido Dios para gozo de todos los hombres de buena voluntad, que su paz inunde nuestras vidas y nos llene de bendiciones.Besicos navideños
RispondiEliminaBuon Natale
RispondiEliminasempre interessante la lettura dei tuoi post! un abbraccio e auguri per un nuovo anno meraviglioso con l'aiuto del Signore. Lory
RispondiEliminaCiao Myrta, felice 2017 !
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